Il rappresentante della Coldiretti di Basilicata (dott. Ascolese) sugli impianti eolici in Basilicata:
quando il buon senso induce alla cautela e al rifiuto di logiche pienamente asservite alle "lobby del vento"...





ASCOLESE (COLDIRETTI) SU IMPIANTI EOLICI
05/12/2006 19.10.53
[Basilicata]


Sulla discussione in corso in Basilicata sull'energia eolica interviene il direttore della Coldiretti lucana Aniello Ascolese: "E’ di questi giorni la notizia che le “lobby del vento” l’hanno spuntata con il Governo Regionale, che ha ritenuto di puntare sulle “fattorie del vento” piuttosto che sulle classiche e più radicate fattorie agricole. Probabilmente le logiche della politica non vedono più nel territorio una risorsa endogena da favorire, bensì la logica del facile profitto prevale sulla lungimiranza di tanti amministratori locali. Prendendo atto delle decisioni assunte, vogliamo ricordare che Coldiretti ha, in nome e per conto delle migliaia di imprese agricole lucane, preso più volte posizione sulla vicenda degli impianti eolici attraverso molteplici atti indirizzati a tutte le componenti del Consiglio Regionale. L’energia eolica, pur contribuendo ad un rapido raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas ad effetto serra fissati con il protocollo di Kyoto, comporta un rischio di trasformazione del territorio a causa dell’enorme impatto ambientale causato dagli aereogeneratori. Paradossalmente, accadrà in Basilicata, che la produzione di energia da fonti rinnovabili invece di diventare motivo di sviluppo e di eccellenza di un territorio, generi nuovi ecomostri. La proposta di Coldiretti, sempre disattesa e boicottata, è di incentivare una pianificazione energetica in grado di contribuire alla nascita e allo sviluppo anche di impianti eolici, seppur con ampia diffusione territoriale, ma di piccola taglia che possano contemperare gli interessi ambientali e produttivi. Parliamo di mini-eolico, impianti con potenza inferiore a 100 Kw che richiedono una minore estensione di suoli e facilmente interfacciabili, al pari del fotovoltaico, alla rete elettrica. Le imprese agricole lucane, naturali custodi del territorio, si sono rese disponibili ad investire in fonti energetiche alternative, ne sono testimoni le manifestazioni pubbliche che Coldiretti ha realizzato negli ultimi anni. Sono stati promossi forum, convegni, sono state organizzate le filiere bioenergetiche a partire dagli imprenditori agricoli che riconoscendo il nuovo ruolo dell’agricoltura nella società si sono resi disponibili a “rigenerarsi” al servizio del bene comune e della collettività. Ma tutte queste buone intenzioni e tutte le aperture conseguenti, non hanno trovato che proclami di ampio respiro ma senza alcun seguito. Difficile da mandare giù che nel nuovo piano energetico regionale le biomasse possano essere relegate ad una contribuzione energetica minimale dell’intera capacità produttiva regionale. In una regione ricca di biomasse legnose, allevamenti in grado di produrre biogas, una cerealicoltura in crisi da riconvertire in produzione di oleaginose per biodiesel, per non parlare del minieolico o del fotovoltaico. E allora che dire…. l’augurio che il popolo lucano abbia memoria di questi passaggi e che ne possa fare tesoro per esprimere, con il senno di poi, l’operato di quanti oggi ne decidono le sorti".