VOGLIAMO UN GIUSTO RISARCIMENTO PER I DANNI SUBITI INDOSSANDO LA DIVISA!

Queste e altre le richieste e le denunce che si sono levate ieri sera a Martano (LE) , in una accesa assemblea,  negli interventi di familiari  e militari colpiti dalla cosiddetta  sindrome da Uranio Impoverito...

MAI PIU’ MORTI DA URANIO!
VOGLIAMO UN GIUSTO RISARCIMENTO PER I DANNI SUBITI INDOSSANDO LA DIVISA!

Queste e altre le richieste e le denunce che si sono levate ieri sera a Martano (LE) , in una accesa assemblea,  negli interventi di familiari  e militari colpiti dalla cosiddetta  sindrome da Uranio Impoverito.
Un’assemblea che ha sorpreso gli stessi organizzatori dell’iniziativa per la numerosissima partecipazione  e che si è espressa negli interventi resi particolarmente toccanti dall’illustrare le molte tragedie che si nascondono dietro le rituali attestazioni di stima   o di solidarietà dalla classe politica italiana nei confronti delle Forze Armate, quando  le luci mediatiche si accendono in occasioni di fatti eccezionali come la strage di Nassirya o di Kabul, ma che si tramutano invece in un ottuso silenzio, lungaggini burocratiche, farraginose commissioni d’inchiesta che non portano a nessun risultato  quando  i militari son colpiti non da bombe o proiettili ma da misteriose malattie contratte in operazioni internazionali o sullo stesso territorio nazionale.
“-Per i morti di Nassirya medaglie e risarcimenti, per noi ed i nostri familiari un muro di gomma!”-
Così si  è amaramente espresso un  giovane capitano ammalato di Uranio, ricevendo un applauso dai suoi colleghi presenti in sala.
“-Dobbiamo autorganizzarci e a costruire sul territorio pugliese una rete di familiari di militari che diventi un elemento di pressione  sulle forze sociali e politiche e sullo stesso Vendola!- questa la proposta di una madre di un ragazzo ammalato di Barletta.
Una serata molto singolare, quella di ieri sera,  in cui associazioni come il collettivo IQBAL MASIQ (Le),  l’Osservatorio sui Balcani di Brindisi, la lega Tumori di Lecce la confederazione COBAS di Lecce , il comitato salentino Dino Frisullo e la sezione del PRC di Martano ,   da sempre in prima linea per le battaglie sulla pace, il rispetto della autodeterminazione dei popoli e contro le serviù militari  hanno voluto fermamente un confronto con quella realtà che fa della Puglia una delle regioni che fornisce una grande percentuale di uomini e donne che compongono l’attuale modello di esercito professionale italiano e che statisticamente ha un corrispettivo numero di ammalati da Uranio o altri Killer da guerra tecnologica.
E’ anche la Puglia che è stata coinvolta direttamente , durante le operazioni NATO sulla exYugoslavia, dalla presenza dei proiettili da Uranio  nella basi di Gioia del Colle e di Brindisi, portati dagli aerei USA , i cacciabombardieri A-10 e dalle cannoniere volanti AC-130 dei corpi speciali.
Una Puglia che si interroga sulle tante bombe e proiettili ad uranio sparati dagli aerei NATO  per esercitazione in mare o nei  numerosi poligoni militari, sul litorale pugliese o nell’alta Murgia( Punta Contessa –BR, Torre Veneri-LE , Torre di Nebbia-BA), am anche dei porti per sommergibili nucleari, Taranto e Brindisi.
Falco Accame , che da anni con la sua associazione si batte per il riconoscimenti dei diritti dei militari ammalatisi in servizio, ha ribadito la necessità che questo governo si impegni seriamente a favore delle vittime , superando gli ostacoli  burocratici, delle lobbye militar-industriali e internazionali (USA_NATO) e dei silenzi politici.
Richieste e  sfoghi a cui il sottosegretario Maritati, la senatrice Maria Celeste Nardini (PRC) e il consigliere regionale Manni hanno risposto dichiarando la loro volontà ad impegnarsi in tutti i  livelli istituzionali richiedendo anche una collaborazione sinergica con  esperti medico-scientifici.
Tra gli impegni presi da Maria Celeste Nardini  quelli di spingere su un maggiore controllo delle attività e l’impatto sul territorio delle servitù militari , di costruire una rete di monitoraggio epidemiologico  che intersechi i dati tra i militari ammalatisi nelle basi pugliesi e particolari forme di malattie riscontrate tra le popolazioni dei territori circostanti alle stesse basi.
Un’idea che può  essere d’aiuto anche a livello nazionale nella campagna contro l’allargamento della Base di Vicenza, ma anche per rafforzare la richiesta  dell’abolizioni in Italia  di  luoghi come le basi Nato o USA dove l’extraterritorialità è sinonimo di  top secret  e di stragi come quelle del Cermis o quelle da Uranio.
 
ANTONIO CAMUSO
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI
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Brindisi 24-2-07