la Puglia: regione di servitù militari, di cave, di pozzi artesiani e, non ultimo, dell’”eolico”.L’aria che tira non è delle migliori.Qui, ancora una volta si usa l’artificio, l’inganno. E cosa c’è di più ingannevole  nel voler produrre “energia” e persino “pulita”? Ma non ci inganniamo. Così non è.

l¹eolico viene presentato e percepito dalla società come attività sostenibile in quanto rientrante tra le FER (Fonti Energetiche Rinnovabili), questo è vero e non si può che essere d’accordo con le FER, il problema di fondo è che le imprese che producono e vendono gli impianti eolici non hanno obiettivi etici o ambientali, ma sono pure società di profitto, spesso costituite solo in funzione della costruzione di quello specifico impianto.Queste imprese agiscono in un quadro alterato da grandi sovvenzioni pubbliche, da mancanza di regole e pianificazione che porta da una aggressività senza precedenti delle imprese verso gli enti locali e il territorio, attraverso accordi quasi privati con i comuni, e i suoi amministratori, e la concessione di lasciti in denaro che per altre attività imprenditoriali apparirebbero illeciti o almeno inopportuni, trasformando le amministrazioni pubbliche locali, e i suoi amministratori, in semplici collettori di profitto. Ogni tentativo da parte delle amministrazioni di darsi delle regole certe viene sistematicamente ostacolato, sia dalla stessa lobby energetica intervenendo sulle amministrazioni, con accordi vari con associazioni ambientaliste, partiti e/o movimenti, attraverso procedure giuridiche e processi mediatici, sia ad es. dallo stesso governo Berlusconi contro la legge della regione Sardegna che cercava di regolamentare la materia.Quella dell’eolico ci pare prima di tutto una  vera emergenza culturale e sociale, oltre che ambientale, capace di spezzare e calpestare ogni regola e solidarietà sociale....Nel file allegato potrete leggere il lungo elenco delle richieste.Ma non si doveva elaborare un “Piano energetico regionale” per...?