Un comunicato a cura di Nicola Amenduni, Michele Di Lorenzo, Gabriella Fagioli e Michelangelo Superbo, tutti componenti del Consiglio Direttivo dell’Ente parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Nel loro cominicato rendono pubblico il disagio, ormai conclamato, che avvertono relativamente alle prime vicende amministrative dell’Ente Parco, di cui fanno parte in qualità di eletti-rappresentanti della Comunità del Parco (l’insieme degli Enti Locali e territoriali).

Comunicato
(a cura dei sottoscritti componenti del Consiglio Direttivo dell’ente parco naz. dell’Alta Murgia)

"Avvertiamo l’esigenza (istituzionale) di rendere pubblico il disagio, ormai conclamato, che avvertiamo relativamente alle prime vicende amministrative dell’Ente Parco, di cui facciamo parte in qualità di eletti-rappresentanti della Comunità del Parco (l’insieme degli Enti Locali e territoriali).
Il disagio è tanto più pressante  se pensiamo alla gravità dei problemi reali, messi ancor più in luce dalle recenti vicende giudiziarie relative al devastante fenomeno della trasformazione dei suoli pascolivi naturali tramite i noti lavori di spietramento.

L’ente è stato istituito con grave ritardo rispetto si tempi previsti; ciò ha compromesso ulteriormente l’integrità ambientale dell’area, già sottosposto da qualche decennio a insostenibili processi di degrado.
Il consiglio Direttivo dell’Ente si è potuto insediare solo di recente (ottobre 2005), e si è dovuto occupare dei primi adempimenti politico-amministrativi e, soprattutto, dello Statuto; tanto, in un clima di  precarietà, tenuto conto che l’Ente è un neonato che comincia a muovere i primi passi, mancando delle pur minime strutture materiali e immateriali.
Purtuttavia, ci preme segnalare che ad un primo approccio di fiduciosa, volenterosa, speranzosa collaborazione, in un contesto di collegialità, all’interno del Consiglio Direttivo, è seguita la nostra delusione, che speriamo possa essere reversibile.

il nostro spirito di comprensiva collaborazione non è venuto mai meno, dal momento che ci stanno a cuore, prima di tutto, i problemi molto reali inerenti la tutela dell’area attraverso la promozione di quei fecondi processi sociali- culturali ed economici, che solo una  pianificazione e programmazione partecipata, ma rigorosa, potrà darci.
Orbene abbiamo la preoccupazione che il Consiglio Direttivo risponda più alla logica tipica degli organi monocratici che  a quella degli organi collegiali.

Questo disagio si è materializzato, ancor più, in occasuione dell’ultima seduta del 3 gennaio scorso, avvenuta in  via di urgenza; a cui non abbiamo fatto mancare , per senso di responsabilità istituzionale, la nostra presenza, pur trovandoci di fronte ad irrituali forme di convocazione; prova ne è che un consigliere non è stato messo nelle condizioni di parteciparvi.
A tale nostro senso di responsabilità non è corrisposta una altrettanta disponibilità del Presidente che, di fronte alle legittime  richieste di chiarimenti sugli atti all’ordine del giorno, ha, incredibilimente,  opposto toni finanche offensivi, tanto da provocare il dovuto abbandono della seduta da parte di alcuni Consiglieri.
Riteniamo doveroso riassumere, di seguito, alcuni argomenti per noi dirimenti.

1) STATUTO DELL’ENTE
All’iniziale  spirito di costruttività collegiale, che ha portato alla condivisione di alcuni emendamenti ( vedi l’obiettivo dell’affrancazione dalle servitù militari) ed alla approvazione unanime della bozza prodotta, per mera sensibilità istituzionale, è subentrata  una improvvida sordità riguardo ad alcuni emendamenti da noi proposti e respinti, relativi a questioni di non secondaria importanza:

  1. adeguata previsione di istituti di partecipazione dei soggetti esterni all’Ente;
  2. Borganizzazione funzionale dell’Ente fondata sulla cogente ed inequivoca separazione delle funzioni di indirizzo e controlo, da quelle burocratiche e di gestione amministrativa, in coerenza col Decreto l.vo n. 165/2001 (ordinamento del pubblico impiego);
  3. oggettiva declaratoria di un articolato più dettagliato in ordine ai vari aspetti procedimentali ed organizzativi in grado di assicurare maggiore certezza, tanto da non lasciare spazio a discrezionalità alcuna, aldilà di quella legittima afferente la sfera della decisione di ordine politico-programmatico.

Avevamo proposto che il Consiglio Direttivo esperisse una fase di preventivo percorso partecipato da parte dei soggetti portatori di interessi diffusi, al fine di rendere meno canonico il processo di stesura di un atto normativo importante quale è  lo statuto ; purtroppo non è stato possibile.
ora ci auguriamo che la Comunità del Parco, nell’esprimere il proprio parere, sappia interpretare tali bisogni.

2) SEDE LEGALE ED AMMINISTRATIVA DELL’ENTE PARCO.
Questa problematica è investita da una discussione che a noi appare viziata da posizioni precostituite, sottese da particolarismi che inibiscono decisioni obiettive e serene e, soprattutto, non dannose sul piano dell’immagine dell’Ente, della logistica e della economicità della spesa.
Resta il fatto che, a nostro parere, la sede deve insistere all’interno del perimetro del Parco, come prevede il Decreto istitutivo, e dubicata in una struttura già funzionalmente idonea, onde evitare rinvii e diseconomie, vista anche la esiguità delle risorse di cui dispone l’Ente, che è bene investire per le vere priorità.
Pertanto esprimiamo il disappunto per le notizie diffuse a mezzo stampa, circa presunte deliberazioni, da parte del Consiglio Direttivo, di individuazione della sede, che , al momento, risultano destituite di ogni fondamento.

3) DOTAZIONE ORGANICA DELL’ENTE E PROCEDURE DI RECLUTAMNETO.
L’argomento è l’attuale motivo di più eclatante confronto-scontro all’interno del Consiglio: noi non condividiamo la prassi utilizzata per  l’affidamento degli incarichi temporanei, per l’espletamento di funzioni amministrative, che pur rivestono carattere di urgenza (gruppo tecnico-istruttorio per le istanze di nulla-osta ed incarico per direttore pro-tempore dell’Ente).
Riteniamo che il nostro disaccordo non sia da  inquadrare nell’ambito di un libero e legittimo confronto dialettico di idee, per cui si può anche ammettere di essere in posizione di minoranza, ma sia fondato sulla necessità di coerenza con la ratio e la lettera del nostro ordinamento, in materia di pubblico impiego, nel rispetto dei principi di pubblicità, pari opportunità e trasparenza.

Siamo convinti che sia propedeutico a tutto la individuazione della terna di aspiranti alla funzione di direttore dell’Ente, fra coloro che già produssero istanza, in base al bando pubblico già esperito nell’estate scorsa, perché il Ministero possa nominare il Direttore, cosi come la legge precscrive, e cosi come già formalmente chiesto da alcuni consiglieri nel mese di Novembre scorso.

Al riguardo, questa è la nostra opinione che, siamo certi, eventualmente potrà essere confermata dal ministero.
Nella seduta del 3 Gennaio scorso, oltre alla aprrovazione, a maggioranza, delle delibere di ratifica delle convenzioni, per incarichi temporanei, con professionisti esterni, assunte in via di urgenza dal Presidente negli ultimi giorni del 2005, il Consiglio Direttivo ha approvato, sempre a maggioranza, la Pianta Organica dell’Ente.
C’è da sottolinare che due consiglieri avevavo abbandonato la seduta, per protesta riguardo ai toni assunti, incautamente dal Presidente; ed, inoltre, un componente non era stato messo nelle condizioni di partecipare, per intempestiva convocazione.

La nostra idea sulla Pianta Organica approvata rimane negativa, nel metodo, prima di tutto, oltrechè nel merito: a nostro parere è carente di adeguata procedura istruttoria nonché di motivazione, sia in riferimento all’impianto organizzativo, sia riguardo al numero ed alla qualifica delle unità previste; si rischia, a tal proposito , di amplificare la spesa corrente di un bilancio che già si prevede scarno, per le note sottrazioni di risorse, agli Enti Prco, da parte del Governo centrale.
Avremmo preferito una cauta e graduale preventiva verifica dei carichi di lavoro potenziali, iniziando dalle priorità.
Ad ogni modo, auspichiamo, sin d’ora, una politicadi reclutamento basata su nuove assunzioni, evitando per quanto possibile, l’istituto della mobilità, al fine di favorire nuova occupazioner e la dotazione di risorse umane adeguate, in tema di nuovi saperi e professionalità, oltrechè adeguate in tema di motivazione, entusiasmo ed energia innovativa.

4. RILASCIO NULLA-OSTA
Riteniamo che male ha fatto il Ministero a trasmettere, a suo tempo,  tutte le istanze giagenti presso di esso per il rilascio dei nulla-osta, in mancanza della piena operatività di tutti gli organi del Parco, come pure sembra prevedere il Decreto istitutivo.

Per l’istruttoria delle istanze, abbiamo suggerito, inutilmente, di avvalersi,temporaneamente, di competenze e di saperi già presenti in altri Enti; si è preferito seguire procedure di incarico, che non condividiamo, stando all’ordinamento vigente ( rimane sempre una nostra legittima  e fondata opinione).
Ciononostante. vogliamo sperare che le procedure di rilascio dei nulla-osta siano improntate alla logica della tempestività, della efficacia , del rigore flessibile; tanto, al fine di ovviare sia al rischio della ostilità che al rischio delle sottovalutazioni, in tema di tutela, da parte dei vari operatori proponenti.

Al momento, abbiamo preferito sorvolare su questioni più importanti e prioritarie, attinenti la programmazione e la pianificazione per la risoluzione dei tanti problemi di questa area protettta, per occuparci invece di problematiche più amministrative; ci siamo sentiti costretti a soffermarci su argomenti che rivestono, soprattutto, carattere procedimentale ; riguardo ai quali, siamo convinti che lenorme vigenti dicano già come fare.


Si dice che il buon giorno si vede dal mattino, e noi restiamo fiduciosi; perchè pensiamo, costruttivamente, che bisogna essere equidistanti, allo stesso tempo, dagli allarmismi come dalle sottovalutazioni.
Le vicente giudiziarie di questi giorni sul fenomeno dello spietramento, per cui tanta responsabilità di carattre politico-amministrativo è da addebitare ai passati Governi regionali, soprattutto, stanno li a dimostrare  quanto   lavoro c’è da fare, e quanta serenità e collegialità occorre.

Nicola Amenduni
Michele Di Lorenzo
Gabriella Fagioli
Michelangelo Superbo