il testo del documento di adesione dei CAM alla manifestazione nazionale del 17 febbraio 2007 contro l'ampliamento della base americana di Dal Molin a Vicenza

VIA DALL’ALTA MURGIA, VIA DA VICENZA VIA DALL’IRAK
per la manifestazione del 17 febbraio a Vicenza   

Dal 1963 le donne e gli uomini dell’Alta Murgia e di tutta la Puglia hanno aperto una battaglia contro la militarizzazione del territorio.
Nel 1963 la prima marcia per la pace è riuscita a mandare via dall’Alta Murgia ben 10 basi missilistiche dotate ciascuna di tre testate nucleari a lunga gittata.
Da allora altre servitù militari hanno interessato l’Alta Murgia e l’intera Puglia. Cinque poligoni militari estesi complessivamente più di 14 mila ettari (Monte Scorzone, Torre di Nebbia, Parisi Vecchio, Sentinella e Buoncammino, tutti all’interno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia), una caserma motorizzata (31° Reggimento Carri ad Altamura), un deposito di munizioni dotato di bunker (la polveriera di Serra Ficaia a Poggiorsini), un impianto di telecomunicazioni (45° Reggimento Trasmissioni a Monte Caccia, Andria); senza elencare tutte le basi navali di Taranto e  Brindisi, quelle aeree di Amendola, Gioia del Colle e Grottaglie e via via di servitù in servitù sempre più militarizzata.
Dal 1985, passando per il 1987 e poi il 2003 e il 2004, con partecipate marce Gravina – Altamura l'impegno dei Comitati territoriali dell'Alta Murgia (CAM) è consistito principalmente nel cercare di individuare le linee di un progetto di sviluppo eco-compatibile in grado di rispondere alle esigenze di tutela del territorio e alla vocazione di pace delle popolazioni che lo abitano.
In tale ricerca ovvio è stato partire da un presupposto: militarizzazione e sviluppo eco-compatibile non sono parole che possono percorrere la stessa strada.
Le servitù militari, qualche volta dietro il ricatto di pochi spiccioli e posti di lavoro, ipotecano il presente e il futuro di interi territori precludendo qualsiasi altra possibilità di crescita.
Un solo esempio, l’Alta Murgia. Qui – come detto – si esercitano con grandi mezzi i militari italiani e quelli stranieri, mentre le norme di salvaguardia del Parco Nazionale prevedono il giusto divieto di percorrere il territorio del Parco con i fucili in spalla.
La battaglia contro il Dal Molin è anche la nostra battaglia per mettere la parola fine alle servitù militari e per far tacere tutte le armi.
No al Dal Molin
No alla guerra
No alle servitù militari  

Febbraio 2007
CAM – COMITATI ALTA MURGIA