(riceviamo da Mauro Bubbico, autore di uno dei 2 progetti scartati nel Concorso per il marchio del Parco, il suo progetto completo e un suo contributo sulla questione del Concorso)

cari amici,

desidero colpirvi, strapparvi una emozione, con questo mio progetto
prima di annegarlo per sempre nel buco più buio del mio computer.
Per non rivederlo mai più emergere se non a tratti affiorare in piccoli frammenti,
piccole reincarnazioni ma mai più dello stesso il fantasma che di tristezza riempirebbe il mio cuore.
Desidero mostrarvi questa mia creatura, accarezzata, curata e soppressa sul nascere dalla tracotanza di uomini stupidi, politici imbelli occupati solo a locupletare se stessi.
Abbiamo lottato con forza per il falco grillaio e la stipa, la capra e il cervone, la roverella e la peonia,
ed abbiamo perso il concorso. Accidenti!


(Mauro Bubbico) 

Potete scaricare l'intero progetto cliccando quì

L'elaborazione grafica di questo manifesto è di Lucia Roscini





Dalla relazione che accompagna la proposta progettuale della busta n. 26

L'Alta Murgia che è in noi
Non basta un solo segno a rappresentare le suggestioni, la bellezza dei paesaggi dell'anima! È su questa affermazione che si basa l'idea di lavoro per la definizione dell'identità del Parco dell'Alta Murgia.
Una delle peculiarità di questo parco è senz'altro la presenza dell'uomo con le sue attività che da tempi remoti interagisce con la vita del territorio in perfetta armonia.
Un segno forte di questa attività e del territorio è sicuramente rappresentato dalla miriade di costruzioni in pietre che suddividono geometricamente il territorio marcando i confini delle varie proprietà. Sono confini ideali, ci vuole poco per scavalcare muretti di questo tipo, servono più che altro a fermare lo sguardo del viaggiatore che schiacciato tra cielo e terra perde l'orientamento, l'equilibrio. Allora ecco i muretti che fermano lo sguardo, ridefiniscono la prospettiva del viaggio.
Sono muri di pietre che, come le nuvole, hanno forme cangianti che il vento e la pioggia hanno modellato a loro piacimento nel corso dei millenni, figure irregolari, morbide e spigolose, a guardar bene si scorgono figure di animali, volti di uomini, sono gli antenati o quelli che verranno.
Nella identità del Parco il segno distintivo è il muretto inteso anche come idea di protezione di un territorio dal valore immenso da preservare racchiudendolo in un abbraccio ideale che sta soprattutto nei nostri cuori, frutto della nostra intelligenza.
Nella rappresentazione grafica le forme si incastrano ma le pietre si sono trasformate nei simboli delle varie anime che vivono in armonia sul territorio del parco formando un rettangolo di 60mila - 100mila ettari di territorio, c'è il falco grillaio, il cervone, la stipa, il riccio, la presenza del pastore con il suo secchio per mungere e c'è anche la gallinella prataiola, estinta ormai da 10 anni, affinchè possa servire da monito per il futuro.
La stilizzazione delle figure, volutamente naif, rimanda alla cultura dell'artigianato locale, alla cultura contadina, ai colori solari e accesi delle feste popolari, dei vestiti delle donne, dei ricami, sono espressioni di lingua dialettale adatti a stabilire un contatto con la gente del posto e a comunicare con l'esterno con un linguaggio semplice, vivace, allegro e immediatamente comprensibile.
Il logotipo composto con un carattere stencil che significa 'carattere da mascherina' è stato disegnato appositamente per rafforzare questa idea di cultura povera che si fa ricca dei valori da preservare e tramandare per millenni ancora.