Notizie

 

"Un nibbio reale che sorvola l'altopiano e le incisioni geologiche della Murgia, è il marchio del Parco. Un simbolo, il nibbio, di grande attualità perchè e una specie soggetta a massima protezione ed oggetto di progetti di tutela nel territorio murgiano. Un marchio che proietta il Parco verso il futuro, tenendo ben in vista le tradizioni e l'operatività della gente di Murgia..."
Dopo aver letto questa descrizione del marchio in un documento dell'Ente Parco siamo costretti ad intervenire nuovamente per esprimere alcune nostre considerazioni.
(Comitato a difesa dell'identità del Parco nazionale dell'Alta Murgia)

Il testo della lettera di Nino Perrone, membro della giuria per il Concorso per il marchio del Parco, inviata all'intero Consiglio direttivo dell'Ente Parco.


Spett.le
Ente Parco nazionale dell’Alta Murgia
via Firenze, 10
70024 Gravina in Puglia (Bari)

alla c.a.
dr. Girolamo Pugliese
Presidente

dr. Antonio Racana
Direttore

a tutti i membri del Consiglio Direttivo


In merito all’esito finale del Concorso per il Marchio del Parco che tante reazioni ha suscitato sia a livello locale ma sopratutto a livello nazionale, mi preme sottolineare alcune questioni che riguardano sia il mio personale ruolo nella vicenda che alcune considerazioni di merito che non ho potuto illustrare al Consiglio che ha proceduto alla scelta finale del progetto.
   
Innanzitutto vorrei richiamare l’attenzione sulle modalità con cui è avvenuta la mia indicazione a far parte della commissione giudicatrice del Concorso in qualità di esperto.
L’invito mi è pervenuto solo dopo il termine fissato per la consegna degli elaborati (9 giugno 2006), tant'è che ho accettato l’invito spinto dall’unica motivazione di poter dare un utile contributo alla selezione dei progetti, la qual cosa ha comportato la mia rinuncia a partecipare al concorso, avendo già presentato una mia proposta progettuale, una scelta che per la verità ho dovuto fare un po’ a malincuore.
Questo a riprova, se mai ve ne fosse bisogno, che la mia disponibilità a far parte della giuria è stata unicamente dettata dalla volontà di mettere a disposizione dell’Ente la mia competenza per l’individuazione del miglior progetto. Peraltro non poteva che essere così visto che, essendo già scaduto il termine di presentazione previsto dal bando, tutte le proposte erano già state presentate.

Inoltre vorrei dire che a dimostrazione di quanto mi stesse a cuore l’esito del Concorso ho personalmente provveduto attraverso il portale www.altramurgia.it, di cui sono anche redattore, a darne notizia e a rendere liberamente scaricabile il relativo Bando non appena questo è stato reso pubblico, nella convinzione che questo avrebbe favorito una più larga partecipazione.
Infatti il bando risulta essere stato scaricato dal sito ben 216 volte, e se si considera che le proposte inviate sono state complessiavamente poco più di 100 se ne può ragionevolmente dedurre che senza l’evidenza data attraverso il sito altramurgia.it i partecipanti sarebbero stati di gran lunga inferiori.

Inoltre devo far notare che dal 30 luglio, data indicata dal Bando per la conclusione dei lavori di selezione, a tutt’oggi la redazione di altramurgia.it, proprio per aver sostenuto il Concorso attraverso le sue pagine, ha ricevuto e continua a ricevere tantissime richieste di informazione sull’esito del Concorso da parte di molti partecipanti e non, i quali non reperendo tali informazioni altrove, ricorrono alla nostra redazione; in molti casi è capitato addirittura di essere oggetto di vere e proprie proteste, anche dai toni piuttosto accesi, attribuendo alla redazione del sito la responsabilità del ritardo e scambiandola di fatto con il soggetto banditore del Concorso, questo a causa del fatto che l’Ente, a distanza di un anno, ancora non dispone di un suo proprio sito attraverso cui veicolare le informazioni.

Una volta conclusosi l’iter del Concorso, dopo che il Consiglio Direttivo aveva proceduto alla scelta del vincitore, la redazione del sito ha pazientemente risposto a tutti coloro che in precedenza avevano chiesto informazioni.
A questo punto la redazione del sito è stata letteralmente tempestata da una valanga di commenti, prese di posizione, considerazioni di merito provenienti da persone competenti e sicuramente disinteressate, tra queste ve ne sono state alcune di particolare autorevolezza: il presidente dell’Associazione nazionale dei Grafici –AIAP, il Presidente del BEDA-Bureau of European Design Associations, del Direttore Creativo della Landor Associated Italia (la più importante agenzia al mondo di corporate identity), di moltissimi grafici tra i più riconosciuti a livello nazionale e finanche di un grafico molto conosciuto a livello locale che, a suo dire, è molto stimato dal presidente Pugliese; tutti accomunati dallo “sconcerto” per la scelta del progetto premiato e unanimemente concordi nel ritenere uno dei progetti esclusi (quello da me indicato come il migliore) il più adatto a rappresentare l’identità del Parco ma soprattutto il più originale ed innovativo.

A seguito di tali autorevoli prese di posizione il caso ha assunto, attraverso la rete, una rilevanza nazionale tanto da dar vita a numerosi forums e blogs su altri siti che in modo del tutto spontaneo e inaspettato hanno dato vita ad un “Comitato a difesa dell’identità del Parco Nazionale dell’Alta Murgia” a cui si è deciso di dare spazio (senza alcuna censura), animati dalla stessa volontà di informare che aveva motivato la redazione a dare visibilità e sostenere il Concorso.

Considerazioni di merito
Innanzitutto devo segnalare il mio disappunto per non essere stato invitato ad illustrare il mio punto di vista al Consiglio direttivo nella seduta finale, cosa che avrebbe consentito ai consiglieri di avere qualche elemento in più di valutazione. Certamente non ritengo che potessero bastare i verbali delle sedute a dar conto delle effettive valutazioni emerse nelle sedute di selezione. Per questo mi preme chiarire quali sono state le mie valutazioni di merito sugli elaborati che dai verbali non emergono nella loro completezza.

Progetto busta 105 (vincitore del Concorso)



Per prima cosa è da sottolineare che il progetto in questione risulta essere pervenuto ben oltre il termine fissato dal Bando. E sebbene in sede di commissione si sia deciso di valutare anche i progetti pervenuti oltre tale termine, a mio parere la scelta doveva considerarsi quantomeno inopportuna, atteso che il Bando al punto 4 recita “le proposte, pena esclusione, dovranno essere presentate in plico ... e dovranno pervenire in ogni caso entro le ore 12.00 del 9 giugno 2006”.
Inoltre in base ai criteri di valutazione adottati per tutti gli altri progetti, in questo caso non si è proceduto ad attribuire nessun punteggio secondo i parametri indicati nel bando (Rappresentatività, Originalità, Composizione grafica, Efficacia e flessibilità), di modo che il progetto in questione risulta privo di una valutazione oggettiva e di conseguenza non consente di stilare una graduatoria.

Nel merito mi sembra di poter sostenere che il progetto risente di un approccio datato e scarsamente efficace. I segni grafici che lo contraddistinguono, volutamente “graffiati” rimandano ad un’idea di sofferenza e nel tentativo di evocare il concetto di ruralità finiscono per restituire un’impressione di sostanziale negatività.
Il colore scelto (marrone) accentua questo connotato conferendo al tutto un chè di triste.
Gli elementi simbolici scelti sembrano accostati in modo forzato e non sono in coerenza tra di loro. La forma contenitore non si capisce cosa sia esattamente (una zolla di terra, la pelle di un animale scuoiato, una pietra, una mattonella ...), mentre la silouette dell’uccello in volo volutamente figurativa (peraltro non riconoscibile immediatamente come un falco) non è coerente con l’altro simbolo, la “m”, che invece è un simbolo alfabetico astratto che, sebbene richiama le colline murgiane, può essere percepito anche come un serpente.
Il logotipo, poi, è stato composto con un carattere che mal si sposa con le caratteristiche formali del marchio. Il carattere scelto, corsivo ed alquanto elegante, sembra a se stante rispetto al marchio.

Versione b/n il segno “m” tende a confondersi con il fondo



Versione b/n negativo il segno “m” risulta ancora più illegibile



Versione ridotta sia i segni che il logotipo sono scarsamente leggibili



Ma forse il difetto maggiore sta nella poca flessibilità del marchio che sembra essere stato progettato per gli usi più ordinari (carta intestata, bigliettini, buste...) e poco si presta, invece per un sistema di segnaletica del Parco, per il merchandising, le animazioni su supporti multimediali ecc. Infine vorrei far notare che così com’è il marchio non è riproducibile in negativo e neanche in bianco/nero (basta fare una prova fotocopiandolo) e che per essere riprodotto, data la sua complessità legata ai segni “graffiati”, si dovrà ricorrere necessariamente a procedimenti serigrafici o digitali per restituire il dettaglio dei contorni, procedimenti sicuramente più costosi rispetto alle più economiche procedure ad intaglio.   

Progetto busta 26



Il progetto in questione, in base ai punteggi attribuiti secondo i 4 criteri stabiliti nel Bando, aveva ottenuto il massimo del punteggio. Questo in virtù di indubbie qualità confortate successivamente anche dai sopracitati pareri espressi da parte di numerosissimi esperti.
L’approccio è indubbiamente altamente professionale e lo spirito addirittura “poetico” con una notevole dose di originalità e freschezza. La relazione che accompagna il progetto rende al meglio queste peculiarità.
L’impostazione riprende in modo originale una tendenza che si và consolidando a livello internazionale in fatto di corporate identity che punta a creare ‘identità’ non già attraverso un solo segno, ma piuttosto attraverso un vero e proprio “sistema” di segni coerenti fra di loro ai quali demandare la complessità delle esigenze di comunicazione in modo flessibile ma senza mai perdere in riconoscibilità e unitarietà.

Alcuni casi recenti di corporate identity








Si pensi, per esempio, all’efficacia che avrebbe un sistema di segnaletica di prossimità alla rete stradale di ingresso al Parco se venissero utilizzate come cartelli segnaletici le singole silouette presenti nel marchio con, al loro interno, la dicitura “Benvenuti nel Parco nazionale dell’Alta Murgia” (evocando un po’ le archigrafie dei tori che si possono vedere lungo le strade in Spagna) (fig. 2),

fig. 2  - Alcune possibili applicazioni per la segnaletica in prossimità delle strade di accesso al Parco




oppure si pensi con quanta semplicità ed efficacia si potrebbero marchiare, attraverso un procedimento che utilizzi la tecnica delle mascherine, una serie di manufatti o singoli blocchi di pietra con l’adozione del carattere stencil del logotipo, volutamente disegnato per consentire questo tipo di intervento, o con le singole silouette, evitando così di popolare il paesaggio del Parco di inutili quanto effimeri cartelli di delimitazione, o ancora a tutto il merchandising che si potrebbe creare con una soluzione così flessibile (fig. 3);


fig. 3  - Qualche possibile soluzione di merchandising




per fare solo qualche esempio si potrebbe realizzare un normografo con il marchio da produrre in grandi quantità e regalarlo a tutti i bambini del Parco invitandoli a disegnare le forme in esso contenute consentendogli di ricreare così un proprio immaginario visivo, per non parlare delle t-shirt o ancora di tutta una serie di applicazioni con forti connotati decorativi (tazze, sciarpe, ombrelli…). Devo dire che anche per le applicazioni più istituzionali (modulistica, insegne, striscioni…) il progetto risulta di grande efficace, d’altro canto le stesse tavole di progetto ne danno conto.
In definitiva mi sembra di poter dire che un’occhio attento e, lasciatemelo dire, un po’ più competente avrebbe potuto cogliere tutte le potenzialità comunicative di questo progetto che, vista la risonanza che ha avuto, avrebbe fatto parlare di se e quindi anche del Parco in circuiti legati al design e alla comunicazione visiva sia a livello nazionale che internazionale.

Quanto poi al fatto che l’autore del progetto è risultato essere Mauro Bubbico, uno tra i grafici più stimati a livello nazionale oltre che profondo conoscitore del nostro territorio, conferma il mio giudizio positivo che si è basato solo su criteri oggettivi e non già su considerazioni di tipo personale, tanto è vero che i progetti di altrettanti affermati professionisti, che sicuramente hanno preso parte al concorso, sono stati valutati solo ed unicamente per la qualità del loro lavoro, tanto che in alcuni casi probabilmente non hanno superato neanche la fase di preselezione.
In tutta sincerità mi sembra di poter dire che si è trattato di una occasione mancata e che la mia determinazione nel sostenere questo progetto è stata dettata, come ho già avuto modo di dire, unicamente dalla volontà di poter contribuire positivamente alle sorti di questo Parco e di questo territorio.

Progetto busta 27



Su questo progetto non mi dilungherò molto.
Dal punto di vista concettuale il progetto mi sembra efficace. Interessante è la metafora degli elementi contenuti nel simbolo, “la pietra” e la “pianta/fiore”, dove quest’ultima trae origine dalla prima, evocando il lavoro dell’uomo che sa far nascere la vita anche dai sassi.
Rigoroso nella sintesi grafica, molto istituzionale, forse un po’ debole in fatto di rappresentatività delle specificità del territorio, senz’altro un buon progetto.


In conclusione, queste sono alcune delle considerazioni di merito che avrei voluto mettere a disposizione del Consiglio, ma purtroppo non ne ho avuto la possibilità.
Di questo non posso che esprimere il mio più profondo rammarico nella speranza che in futuro ci possano essere altre occassioni nelle quali poter dare il mio contributo alla crescita del Parco in uno spirito di serena collaborazione.

Altamura, 24 ottobre 2006                                          
                                                                Nino Perrone



(riceviamo da Mauro Bubbico, autore di uno dei 2 progetti scartati nel Concorso per il marchio del Parco, il suo progetto completo e un suo contributo sulla questione del Concorso)

L'esito del concorso per marchio del Parco nazionale dell'Alta Murgia promosso dall'Ente Parco la scorsa primavera ha avuto un esito sconcertante. Come sempre più spesso capita, alla fine non ha vinto la proposta progettuale migliore.
L'epilogo di questo concorso ha suscitato un vero e proprio sconcerto, tanto che, non appena si è appresa la notizia, si immediatamente costituito un Comitato spontaneo a difesa dell'identità del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Vi proponiamo la ricostruzione dei fatti inviataci dal Comitato nella quale potrete vedere anche il marchio che ha vinto il concorso e le proposte scartate.
(la redazione di altramurgia.it)

Sono aperte le iscrizioni per il Corso gratuito
Tecnico esperto trattamento riciclaggio prodotti industriali tossici
Organizzato da EPCPEP (Ente Pugliese Per La Cultura Popolare E L’Educazione Professionale).
I posti disponibili sono 18.
Le domande possono essere presentate, su apposito modulo e controfirmate,
presso la sede del CFP di Bari, v. Brigata Bari 3/d, dal lunedì al sabato,
ore 8.00-14.00.
Per ulteriori informazioni: dir. Di Bella - tel/fax 0805722351
Non è stato fissato un termine di presentazione. Il corso prevede di essere
avviato comunque entro le prossime settimane.
Le iscrizioni si chiuderanno al raggiungimento del numero previsto dal corso
(18 unità circa).

MURGIA FOR – CONSORZIO MURGIA FORMAZIONE organizza un corso per "Esperto in comunicazione e marketing ambientale"
Il corso è rivolto a giovani disoccupati, giovani e adulti non occupati, disoccupati di lunga durata, lavoratori socialmente utili, lavoratori in mobilità, tutti in possesso di laurea.
Costituirà titolo preferenziale: laurea in discipline economiche o giuridiche o in scienze delle comunicazioni e/o esperienza professionale nel settore di riferimento.
Saranno ammessi al corso 20 allievi, di cui 10 donne il cui numero potrebbe variare in relazione al numero totale delle domande pervenute.
E’ prevista la partecipazione di massimo 4 uditori.